martedì 31 gennaio 2017

#DrTheFace - Decidi Tu - ArtesteticaMilano

Decidi tu



In molte circostanze della mia vita sia professionale che privata mi trovo a riflettere sul significato della crescita e del miglioramento di se stessi. Credo che nessuno sarebbe disposto a negare che lo sforzo, la decisione verso un traguardo di perfezionamento psicologico di sé sia qualcosa di positivo e sempre raccomandabile. Quando si intenda migliorare il proprio carattere, ad esempio, con un tentativo sincero, e non già con una contraffazione che almeno nel proprio intimo risulta sempre evidente, si compie innanzitutto un atto di cura e di amore verso se stessi.
Trovo singolare che quando il discorso si sposta sull’aspetto estetico le opinioni divergano molto più radicalmente. Come mai oggi certe attenzioni per l’estetica suscitano scherno, diffidenza, addirittura disprezzo? Credo che la cultura mediatica degli ultimi anni abbia una grossa parte di responsabilità nello svilimento e nella deformazione grottesca di quella che originariamente è sempre una buona intenzione: piacere di più a se stessi. Forse più di tutti Sartre nel suo lavoro più celebre, Huis clos, ha contribuito a delucidare il sottile problema che questo desiderio porta con sé, e a mostrare come nulla possiamo conoscere della nostra bellezza se non nello specchio degli altri e nell ‘innegabile confronto obbligato.
Siamo tutti alla ricerca del “modo giusto di metterci il rossetto”, tutti cerchiamo l’approvazione negli occhi delle nostre Inès . Vuol dire forse che la bellezza debba risiedere nel conformarci ai desideri altrui? Certamente no. Nondimeno tuttavia questa suggestione ci rende chiarissima l’importanza di rivolgerci al nostro desiderio di miglioramento in un modo sincero e positivo. Credo che questo dipenda soprattutto dal fatto che in realtà non veniamo mai giudicati soltanto per il nostro aspetto, ma sempre insieme anche per l’intenzione che poniamo nell’apparire, nel modo in cui scegliamo di farlo. Le dimensioni del desiderio di miglioramento psicologico ed estetico sono inestricabili. Siamo fatti di questi due elementi, ma restiamo sempre un’unità, che come tale si manifesta agli altri, e di riflesso a noi stessi. Un intimo desiderio di miglioramento dell’intero che siamo lo hanno tutti, ma su come realizzarlo effettivamente, in fondo, decidi tu. Nella mia vita professionale mi sono reso conto di quanto la soddisfazione di un desiderio che in sé è sempre positivo sia in realtà delicata. Se nemmeno il pensatore più profondo riuscirà mai a penetrare il segreto di un’anima e a plasmarla secondo la sua volontà, il lavoro sul miglioramento fisico, specialmente quando compiuto con i potenti ma delicatissimi mezzi della chirurgia estetica, è una responsabilità in cui chi vi si approccia rimette completamente la sua fiducia nelle mani di un altro. Se la decisione di come migliorarsi psicologicamente resta sempre nell’intimo del nostro cuore, la fisicità del miglioramento corporeo è qualche cosa che possiamo decidere solo nell’affidarci ad un esperto. In questo contesto mi sembra che sia fondamentale la chiarificazione del termine “miglioramento”: se per le qualità morali questo si presta ad una comprensione abbastanza intuitiva, per quanto riguarda la chirurgia estetica ben sappiamo dove possono portare certi “miglioramenti” che altro non sono se non deformazioni ed eccessi. Il miglioramento che la chirurgia estetica rende possibile è sempre e soltanto quello che non ci altera, ma che ci fa ritornare veramente noi stessi quando il tempo o altre circostanze ci abbiano privato della realtà fisica che effettivamente sentiamo nostra. Il vero miglioramento è quello che rende impossibile ogni scherno, ogni parvenza di eccesso: è la vera cura di se stessi, l’autentico desiderio di perfezionamento, che risiede soltanto nell’equilibrio. Decidi tu: è vero, e proprio perché la decisione è quella di un vero e sincero perfezionamento dell’aspetto è fondamentale che chi sarà chiamato ad operarlo sia qualcuno che sappia rispettare questa decisione, e rendere giustizia attraverso la competenza a un desiderio che in sé è sempre legittimo. Come si concretizza in pratica la bontà di questa decisione? Non mi stancherò mai di ripeterlo, e finalmente anche la comunità scientifica internazionale sta iniziando a rendersi conto della necessità di introdurre criteri più stringenti in questo senso: in qualunque intervento di medicina estetica, fosse anche il più apparentemente innocuo filler, è assolutamente necessario rivolgersi ad un chirurgo che sia veramente specializzato in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica. È fondamentale accertarsi completamente della serietà di chi avrà il delicato compito di realizzare nella pratica la nostra decisione. Trovo paradossale che in un settore dove la libera decisione di un dono per se stessi, la decisione verso un vero miglioramento del proprio aspetto, sia così trascurata e lasciata all’informazione del paziente una tutela fondamentale forse più che in ogni altra branca medica. Deve essere compito di noi professionisti di questo settore fare sì che il “decidi tu” dei nostri pazienti non sia gravato dal timore di un eccesso di responsabilità. Quale vero medico può tollerare che debba essere un paziente a gravarsi dell’onere di doversi assicurare di quanto dovrebbe essergli garantito sia compiuto secondo il più rigido dei criteri di buona prassi? In chirurgia estetica non esistono soltanto le complicanze: esistono purtroppo anche gli eccessi. Quanto cerco di divulgare scaturisce da un senso di rispetto e responsabilità, dallo stesso intimo desiderio di migliorare me stesso, in questo caso come professionista: sogno un giorno in cui chiunque possa decidere di donarsi un intervento senza il timore del giudizio, senza il timore delle mani di qualcuno, del rispetto e dell’assenza di compromessi che merita la totale, intima bontà del nostro desiderio.

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02 58314665


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